Via libera dal Consiglio al piano provinciale di dimensionamento scolastico e alla mozione sull’autonomia differenziata

E’ tornato a riunirsi, questa mattina, a Palazzo dei Celestini, il Consiglio provinciale, che ha approvato, tra i punti all’ordine del giorno, il Piano Provinciale di dimensionamento scolastico per l’anno scolastico 2025/26 e la programmazione dell’offerta formativa per il prossimo triennio scolastico.

I documenti sono il risultato di un iter lungo e articolato, avviato presso l’Ente provinciale, con il Tavolo tecnico tra Regione, Provincia di Lecce e Ufficio scolastico regionale per definire le proposte, e poi proseguito con la consultazione degli Istituti scolastici interessati e l’incontro con i sindacati della scuola.

A questo proposito il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva è intervenuto per ringraziare, in particolare, la consigliera delegata alla Rete scolastica e Diritto allo studio Ines Cagnazzo e il dirigente Dario Corsini “per aver portato avanti il dialogo con i dirigenti scolastici in questi mesi e aver fatto un buon lavoro”.

La consigliera provinciale delegata alla Rete scolastica e Diritto allo studio Ines Cagnazzo evidenzia: “Con questo Piano di dimensionamento scolastico, elaborato in base alle linee guida regionali, abbiamo proposto soluzioni che rispettano le esigenze del territorio, dei ragazzi e delle loro famiglie, salvaguardando al tempo stesso l’omogeneità dell’offerta formativa. Il nostro intento è favorire anche l’attivazione di percorsi formativi da cui possano derivare reali opportunità di lavoro per i giovani, così da incentivarli a restare nei territori di origine e contenere la ‘fuga’ verso altri territori. Fenomeno che, insieme alla denatalità, sta riducendo fortemente la presenza di giovani leve sul nostro territorio, con conseguente impoverimento dello stesso”.

Il Consiglio provinciale ha, quindi, approvato, con il voto favorevole dei consiglieri di maggioranza (i consiglieri di minoranza non erano presenti alla seduta), la Mozione sull’Autonomia differenziata, presentata dal consigliere provinciale delegato al Welfare Antonio Tramacere. Al centro del documento, la Legge n. 86 del 26 giugno 2024 “Disposizione per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario in attuazione dell’articolo 116, comma 3, della Costituzione”.

La legge, è riportato nella mozione, “prevede la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) senza alcuna previsione di stanziamenti economici atti a colmare i divari esistenti nel Paese e a rendere effettivamente esigibili i diritti, dappertutto già rimessi in causa a seguito dei tagli al bilanci, compresi quelli dei Comuni e delle Province”.

Inoltre, si legge ancora nel documento, “prevede di trasferire alle Regioni la competenza legislativa esclusiva potenzialmente per tutte le 23 materie indicate nell’articolo 117, cioè per campi e settori fondamentali per la vita del paese (sanità, scuola, ambiente, infrastrutture, rapporti UE, sicurezza sul lavoro), delineando di fatto la trasformazione della Repubblica, una e indivisibile, in una somma di micro Stati autonomi e in concorrenza tra loro e con lo Stato”.

“La realizzazione dell’autonomia differenziata sancirebbe, quindi, il passaggio da una Repubblica parlamentare, nella quale i Comuni e le Province sono presidi democratici e di partecipazione, ad una Repubblica fondata su accordi Governo/Regioni con un Parlamento ridotto a pura funzione di ratifica, con i Comuni e le Province ridotti ad una doppia dipendenza; aumenterebbero infatti i poteri dei presidenti delle Regioni e sarebbero esautorati gli ormai residuali ambiti di autonomia di Comuni e Province”.

“E’ facilmente immaginabile che a subire le peggiori conseguenze di detta disgregazione possano essere le regioni dell’Italia meridionale, contraddicendo alla vera missione della politica, che dovrebbe lavorare contro i divari e per una loro riduzione”, si conclude nella premessa della mozione, con cui si impegna il presidente della Provincia a far conoscere le conseguenze dell’attuazione della riforma del titolo V della Costituzione e, nello specifico, della legge n 86/2024; a riportare con urgenza, in ogni forma ed in ogni livello istituzionale, parlamentare, governativo, regionale, il contenuto della mozione quale espressione di volontà della rappresentanza della Provincia di Lecce e, infine, a sostenere il risultato della campagna referendaria volta all’abrogazione della legge 26/06/2024 n. 86, che ha raccolto 1.291.488 firme, di cui 737.573 su cartaceo e 553.915 online”.