
Al suono suggestivo di una tromba, una corona commemorativa è stata posta ai piedi del busto di Aldo Moro che campeggia nell’atrio di Palazzo Adorno a Lecce. Anche quest’anno, nella giornata di oggi, in occasione del 47° anniversario della sua morte, il Consiglio Regionale della Puglia e la Provincia di Lecce hanno voluto celebrare il ricordo del grande statista pugliese, e salentino, con la cerimonia intitolata “Aldo Moro: la forza della speranza nella democrazia”.
La cerimonia, con l’intento di far rivivere il pensiero di Moro, si è svolta stamattina al cospetto di autorità, cittadini e numerosi studenti e studentesse, ed è iniziata con la lettura dell’ultima lettera da lui dedicata alla moglie Eleonora (“dolcissima Noretta”), scritta quattro giorni prima di morire.
Ad aprire i saluti istituzionali è stato il prefetto di Lecce Natalino Domenico Manno: “E’ una cerimonia emozionante, questa voluta dal Consiglio regionale e dalla Provincia di Lecce per trasmettere ai giovani il valore della memoria. Moro è tra i più grandi statisti della nostra Repubblica, uomo di grande equilibrio e visione strategica, che si batteva per la libertà e la giustizia, sempre pronto al dialogo e al confronto: valori importanti, che devono costituire la bussola per le nostre azioni. Moro è stato un grande uomo della nostra terra, che va valorizzato per tutto quello che ha scritto e per il pensiero morale che ci ha lasciato in eredità. Ricordando oggi anche tutte le vittime del terrorismo, il valore della memoria è importante, la democrazia è sempre in pericolo. Per questo, ognuno deve cercare di essere cittadino responsabile e attuatore di libertà e democrazia, scardinando qualsiasi forma di violenza. Maggiore consapevolezza di questa memoria va trasmessa alle nuove generazioni, che devono vedere questi uomini come punto di riferimento, solo così si può costruire una società più giusta”.
Maria Gabriella Margiotta, assessore alle Politiche giovanili del Comune di Lecce, rivolgendosi direttamente ai ragazzi e alle ragazze presenti, ha detto: “Il messaggio di Moro è il messaggio di una persona coraggiosa, che ha iniziato prestissimo: deputato a 30 anni, ministro a 39, presidente del Consiglio a soli 47. Ai ragazzi dico, studiate Moro, è uno stimolo a fare, a fare da giovani e fare bene, dobbiamo avere il coraggio di seguirne le orme”.
E’ stata, poi, la volta del presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva: “Mai essere stufi di ricordare la nostra storia. Siamo qui col dovere di raccontare la vita di un uomo fondamentale per ciò che siamo adesso, un uomo che col sacrificio della propria vita e con il proprio impegno ha dimostrato che, attraverso la politica e le istituzioni, il mondo si può cambiare davvero. Le vostre orecchie e i vostri cuori sono diversi dai nostri, sentite il coraggio, la necessità di occuparvi delle cose che ci circondano, sentite la responsabilità di ciò che accade del mondo. Moro si è occupato di politica per occuparsi degli altri, in un lungo dialogo con le altre forze democratiche. Questo è il motivo per cui, ognuno di voi, deve avere il piacere di studiare la storia e capire come anche i singoli uomini sono capaci di cambiare il destino delle comunità. Moro ha ancora molto da dire, il suo messaggio ai giovani, per la pace e per l’Europa, l’idea che le forze democratiche devono dialogare per sconfiggere gli assolutismi, sono i pensieri lunghi che hanno contraddistinto la sua grandezza e che devono continuare a vivere nelle istituzioni. Che il suo impegno, il suo sacrificio e il suo pensiero possano continuare a vivere attraverso noi nel presente e nel futuro”.
La presidente del Consiglio regionale della Puglia Loredana Capone, che ha fortemente voluto promuovere questa commemorazione, ha dichiarato: “Aldo Moro fa parte di quei grandi statisti che hanno contribuito a cambiare la storia dei propri Paesi lottando per il riconoscimento dei nostri diritti e delle nostre libertà. Lo ha fatto con la politica dell’ascolto, quella che mette la persona al primo posto perché vuole realmente conoscere i bisogni, quelli reali. Questo è quello che ci ha insegnato Aldo Moro e che oggi più mai, in questa società complessa, deve essere praticato. Le istituzioni quindi devono mettersi all’ascolto, di tutti, senza alcuna distinzione. E questo messaggio deve essere rivolto soprattutto ai più giovani. Dove per giovani non bisogna intendere una categoria astratta, ridotta ad una banale semplificazione. Ma in quei “giovani” bisogna intercettare i loro bisogni, dialogare con loro, conoscerli, confrontarci. I ragazzi e le ragazze devono sapere di poter dialogare con le Istituzioni e queste devono essere pronte ad accogliere le loro istanze. Solo così la politica può realmente costruire una società più giusta, perché a misura di tutti e tutte. E mai di una sola parte. Il dialogo costante e costruttivo tra le diverse generazioni, auspicato da Moro, può essere davvero la chiave per la comprensione e la risoluzione dei conflitti sociali”.
Presente anche Antonio Fitto, sindaco facente funzione di Maglie, terra d’origine dello statista, che ha evidenziato che nella casa di Moro verrà aperto a breve un museo.
A Lorenzo Ria, già parlamentare, il compito dell’intervento commemorativo della giornata: “Questa cerimonia ha la funzione di tramandare la memoria e di indicare, soprattutto alle giovani generazioni, un modello a cui ispirarsi. E’ importante continuare a ricordare e considerare come, a distanza di quasi 50 anni da quel 9 maggio, non è facile indagare la grandezza di Aldo Moro, soprattutto perché troppe volte si è fatta memoria solo del ‘caso Moro’ e della sua tragica fine, con tutto il suo carico di ombre, di sospetti, di misteri, di pezzi di verità e, quasi mai, è stato ricordato Moro per la sua straordinaria vita, quasi mai si è parlato di Moro politico, del suo modo di concepire la politica come intelligenza degli avvenimenti, come capacità di preparare il futuro senza sfuggire le difficoltà del presente. La figura di Aldo Moro ha subìto nel corso degli anni una sorta di duplice assassinio: la sua tragica vicenda, cioè, oltre a determinare la sua eliminazione fisica, ha oscurato i mille altri motivi per i quali un uomo come lui sarebbe degno di essere commemorato anche a decenni di distanza. Mi piacerebbe molto se, alla fine di questa mattinata, Moro fosse ricordato non per la sua tragica fine, bensì per la sua straordinaria vita. Quello che mi affascinava di lui, era la sensazione che stesse muovendo un mondo, la capacità di vincere le resistenze, di sfidare le impopolarità. Il suo modo di intendere la politica, la ricerca spasmodica di soluzioni condivisibili dai più, la profondità dei suoi ragionamenti, la pacatezza delle sue argomentazioni: sono questi i motivi per i quali dovremmo essere qui a commemorarlo, indipendentemente dalle circostanze della sua morte”.
Ria, ricordando quanto siano rari nel mondo uomini politici di tale grandezza, ha poi dato spazio ad alcuni suoi ricordi personali legati alla figura di Moro e, dopo aver letto un famoso brano dello statista rivolto ai giovani, ha concluso con un augurio rivolto ai ragazzi: “In questi tempi così difficili, in cui sono messi in crisi i valori su cui si è costruita la storia degli ultimi 80 anni, sappiate cogliere la necessità di un impegno collettivo, che parte dalla responsabilità di ciascuno di voi. E’ tempo di non voltare più le spalle e di sentirsi protagonisti di un cammino comune”.
Infine, sono intervenuti il sindaco dei ragazzi di Lecce Pierluigi Salomi, che ha ricordato “il grande valore della pace, del dialogo e della condivisione. Per costruire una società sana è fondamentale avere fiducia in noi giovani” e Cristian Martella, presidente II Commissione nel Consiglio della Regione Puglia “Giovani in Consiglio”, che ha chiosato: “ricordiamo Aldo Moro e lo rendiamo vivo”.