Nuovo slancio al rapporto tra Provincia di Lecce e Associazione Istituto di Culture Mediterranee. I due presidenti, Stefano Minerva e Paolo Paticchio hanno siglato ieri un Protocollo d’intesa per “riavviare e sviluppare un rapporto pluriennale di ampia collaborazione, al fine di conseguire i rispettivi obiettivi statutari”, si legge nel documento.
Lo scopo è operare insieme per lo sviluppo ed il rafforzamento del partenariato, che ha diverse sfaccettature. Provincia di Lecce e AICM si impegnano a coordinare ed integrare le reciproche azioni ed iniziative per valorizzare e diffondere la cultura dell’area mediterranea, al fine di affermarne un’identità comune, seppure nel rispetto delle diversità culturali e religiose.
Verrà favorita ogni forma di dialogo e di cooperazione tra le popolazioni e le civiltà dell’area mediterranea e tra queste ed il continente europeo, anche attraverso il coordinamento delle attività degli Enti e delle istituzioni locali che ne condividono lo spirito, e si contribuirà allo sviluppo del sistema culturale territoriale attraverso la gestione di attività artistiche, musicali e di spettacolo dal vivo, con riferimento alla speciale collocazione del Salento nel contesto del Mediterraneo sud orientale, che lo hanno reso approdo di differenti genti, costumi, valori e terra di talenti e produzioni culturali innovative.
Ed ancora, si punterà alla crescita di reti euro mediterranee, finalizzate alla progettazione e al sostegno di attività di scambio e di cooperazione in campo culturale, educativo, economico, sociale, artistico, umanitario, ambientale e delle politiche della pace e della solidarietà internazionale, e a favorire la ricerca e la formazione quali strumenti di integrazione, di sviluppo e di unificazione del continente attraverso il confronto delle culture mediterranee e le culture germaniche, anglosassoni e slave, anche attraverso la cooperazione tra le pubbliche amministrazioni, le autorità locali, le istituzioni culturali ed artistiche, i musei, le biblioteche, le mediateche, la lotta al digital divide.