Un intervento del presidente della Regione Puglia per chiarire la complessa e controversa questione “ripristino degli arenili”, prevista nelle Linee guida regionali per la manutenzione stagionale delle spiagge, con l’obiettivo di semplificare le procedure amministrative e agevolare così la ripartenza del comparto turistico.
E’ quanto chiede il presidente di Upi Puglia e presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, in una nota indirizzata al governatore Michele Emiliano.
Facendosi portavoce della complessità della vicenda e delle difficoltà di interpretazione della normativa nazionale e regionale in materia, il presidente Minerva ha chiesto un intervento chiarificatore al presidente della Regione “in merito alle previsioni contenute nelle Linee guida regionali per la manutenzione stagionale delle spiagge (versione del marzo 2020), dove si ravvisa una probabile incongruenza con riferimento alla definizione e alle modalità di attuazione dell’opzione 2 della categoria ‘Ripristino degli arenili”, la cui interpretazione applicativa può ingenerare un aggravio procedimentale, nonché un possibile disorientamento per gli operatori pubblici e privati chiamati a dare attuazione alle stesse Linee guida”.
La presa di posizione del presidente Minerva sulle problematiche normative relative al ripristino degli arenili scaturisce da un approfondimento tecnico sulla complessa questione effettuato dagli Uffici provinciali del Servizio Ambiente e dall’Ufficio tecnico del Comune di Gallipoli.
Un approfondimento necessario anche alla luce del riparto di competenze tra la legislazione statale e quella regionale, da cui emerge che la materia dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali rientra tra le competenze esclusive dello Stato (art. 117 c. 2 lettera s) che sono state già esercitate con il Decreto legislativo 152/2006 e, con riferimento ai ripascimenti e ai ripristini, con il D.M. 173/2006.
“La lettura delle previsioni normative in materia chiarisce che al ripristino degli arenili, di cui alle linee guida regionali e al DM 173/2016, con particolare riferimento all’opzione 2 ‘Prelievo dall’accumulo sabbioso a partire dalla profondità di almeno 3 metri e comunque non oltre la profondità di chiusura e ridistribuzione lungo la linea di riva di riferimento all’interno dello stesso sito’, non può certamente applicarsi, come procedura amministrativa, l’istanza di autorizzazione, ai sensi dell’articolo 109 del Decreto legislativo 152 del 2006, in quanto la stessa procedura è riferita all’immersione in mare di materiale derivante da attività di escavo e attività di posa in mare di cavi e condotte e, quindi, non al ripristino”, scrive Stefano Minerva.
“Infatti, appare di tutta evidenza che il ripristino con prelievo dell’accumulo sabbioso, anche sommerso, è comunque sempre un prelievo riferibile alla spiaggia, la cui profondità di chiusura è coincidente con il suo limite dal lato mare, pertanto tale operazione ha caratteristiche opposte all’immersione in mare di residui di attività di scavo”, precisa ancora, nella sua nota, il presidente di Upi Puglia.
“Considerata la necessità di uno snellimento delle procedure amministrative, ho chiesto alla Regione di intervenire per rimuovere gli ostacoli e superare le difficoltà nell’interpretazione delle norme, facilitando così il riavvio del comparto turistico, strategico per l’intera economia regionale”, afferma, in conclusione, Minerva.