A Palazzo Adorno e Palazzo Celestini la cerimonia in ricordo di Aldo Moro

Per il secondo anno consecutivo, nelle sedi istituzionali della Provincia di Lecce si è svolta la cerimonia commemorativa voluta dalla Presidenza del Consiglio regionale della Puglia per ricordare Aldo Moro, in occasione del 45° anniversario del suo brutale assassinio.

Dopo aver osservato un minuto di silenzio, nell’atrio di Palazzo Adorno, la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, il prefetto di Lecce Luca Rotondi, il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, il sindaco della Città di Lecce Carlo Salvemini hanno deposto una corona d’alloro ai piedi della statua di Moro.

Quindi, la cerimonia si è spostata nell’atrio di Palazzo dei Celestini, dove i rappresentanti istituzionali hanno ricordato la figura del grande statista pugliese, originario di Maglie, alla presenza dei sindaci dei Comuni del Salento e dei Consigli comunali dei ragazzi, degli studenti, docenti e dirigenti di alcuni istituti scolastici salentini.

Proprio la piccola Fatima Baig, sindaca del Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi della Città di Lecce ha aperto la commemorazione richiamando l’importanza del concetto di diversità proposto da Moro. Alle sue parole sono seguite quelle della presidente del Consiglio regionale Loredana Capone: “Siamo qui per dimostrarvi quanto siete importanti per noi perché troppo spesso la retorica accompagna i nostri discorsi e poi, però, proprio voi non sentite le Istituzioni vicine. E invece noi ci siamo, siamo qui, oggi e sempre, vi siamo accanto nei diritti, tra tutti quello allo studio, perché non c’è strumento più potente della conoscenza. Lo dice l’articolo 34 della Costituzione voluto e scritto da Moro, quando riconosce la funzione pubblica della scuola, perché tutte e tutti devono avere la possibilità di avere un futuro, al di là del luogo e della famiglia in cui si nasce, tutti hanno diritto a raggiungere i livelli più alti di studio. E forse oggi può sembrare normale perché le scuole pubbliche ci sono ma non dobbiamo pensare che tutto sia stato già fatto, guardiamo, invece, a ciò che bisogna ancora fare”.

“Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità, è questo il titolo del manifesto che firmiamo e la sostanza del patto che vuole unire cittadini e Istituzioni. Una responsabilità non va delegata ma che dobbiamo condividere. E la nostra gioia più grande sarà il fatto che voi, studiando, riuscirete a migliorare questo mondo e che lo facciate sentendo voi stessi la responsabilità. Perché la politica non si fa solo nelle Istituzioni, si fa nelle scuole, tra le strade, nelle imprese. Così voleva Aldo Moro. E insieme a lui un altro grande uomo, ucciso purtroppo nello stesso giorno, Peppino Impastato, testimone di coraggio, legalità, partecipazione. Un uomo che denunciò persino il padre mafioso per salvare la sua terra, per salvarla dalla speculazione, perché credeva che quello fosse il modo più giusto di impegnarsi nella società. ‘Oggi dobbiamo vivere - diceva Moro - oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso. Si tratta di vivere il tempo che ci è dato vivere con tutte le sue difficoltà’”.

Il presidente della Provincia Stefano Minerva ha evidenziato: “Per questioni anagrafiche non ho vissuto quel 9 maggio, lo conosco attraverso il racconto dei più grandi, dei miei genitori, di mio nonno che me ne parlava sempre. E ho conosciuto la grande storia di quest’uomo attraverso le iniziative fatte negli anni in sua memoria. Iniziative importantissime, fondamentali perché è solo tenendo vivo il ricordo, la memoria, la consapevolezza dei valori trasmessi da Aldo Moro, che molte cose oggi sono state possibili. E’ questo il senso di questa iniziativa. Ciò che ci ha insegnato Aldo Moro va al di là di quello che può fare un uomo normale. Ed è nostro intento, con giornate come quella odierna, trasmettere ai più piccoli quei valori fondamentali che lui stesso ci ha insegnato, il dialogo sopra di tutto. Il dialogo non solo come arma di confronto, ma come possibilità che gli uomini hanno per fare passi avanti. In un momento difficile, di scontro, in cui dalla politica a tutto il resto viene vissuto con una contrapposizione feroce, il pensiero all’uomo del dialogo deve aiutarci a trovare le soluzioni migliori”.

“Tra le tante frasi di Moro c’è quella straordinaria in cui diceva che l’Italia non deve scegliere tra l’Europa e il Mediterraneo perché l’Europa sta nel Mediterraneo e noi, che siamo territorio di confine, che si affaccia sul mare e guarda al Mediterraneo come possibilità e non come cimitero e morte, come succede troppo spesso, abbiamo il dovere di sentire nostro quell’insegnamento che veniva da un uomo del Sud. Spesso quando si parla del Sud si costruisce una narrazione errata perchè si dice che ci sono persone incompetenti e che il Sud è fatto di malaffare. Noi stessi dobbiamo ricordare all’Italia e al mondo intero che uno dei più grandi uomini della politica e delle istituzioni italiane era del Sud, era del Salento e il suo nome era Aldo Moro”, ha concluso Minerva.

Dopo gli interventi del sindaco di Lecce Carlo Salvemini, del dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Vincenzo Melilli, dell’assessore alle Attività Produttive del Comune di Maglie Ronny Palma Modoni e dell’avvocato Pietro Quinto, la cerimonia si è conclusa con la firma, da parte delle ragazze e dei ragazzi delle scuole presenti e dei rappresentanti istituzionali, del manifesto condiviso per rilanciare e valorizzare il pensiero di Aldo Moro, esempio di dedizione alla politica e di impegno per il bene comune.

Un manifesto che si fa bussola per il presente e il futuro perché la memoria di uomini così grandi non vada perduta ma diventi esempio, consapevolezza, strumento per affrontare le insidie stringendoci attorno a ciò che è giusto, scegliendo di camminare gli uni al fianco delle altre, “perché bene comune non sia solo una delle tante parole messe in fila nel ricco vocabolario dei desiderata ma si faccia canto armonico per le nostre comunità. Perché l’amore per la giustizia si costruisce tra i banchi di scuola e tutti, prima o poi, indipendentemente dall’età, ci ritroveremo nello stesso destino”.